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L’editore Gilberto Padovan ha donato a tutte le Scuole Pubbliche di primo e secondo grado, Università, Archivio di Stato e Istituti Culturali Superiori il volume di Sebastiano Rumor “Bibliografia Storica di Vicenza e provincia”

La “Bibliografia storica di Vicenza e provincia”, a cura di Sebastiano Rumor, fu giudicata all’epoca come uno degli esempi più significativi della tradizione dell’eruditismo ottocentesco, ma ancor oggi è considerato un indispensabile strumento per la ricerca relativa al periodo storico che va dal 1700 al 1929.

Negli anni scorsi i tre volumi che la compongono sono stati ristampati in un unico tomo (che contiene un’introduzione biografica e bibliografica su Sebastiano Rumor, a cura del prof. Ermenegildo Reato), dall’editore Gilberto Padovan, che ha deciso di farne omaggio nel corso di un incontro presso la Fondazione di Storia di Vicenza.

La donazione è stata preceduta dai relatori: Mauro Della Valle (portavoce della Fondazione Storia), Enrico Fiorentin (Consigliere del Comune di Vicenza alle Politiche Sociali), Gilberto Padovan (Editore), Renato Zironda (Bibliotecario) e Violetta Svatnykh (Soprano).

L’opera monumentale, che Rumor compilò tra la fine dell’800 e il primo ventennio del ‘900, è un patrimonio che poche città italiane possono vantare di possedere. È sufficiente scorrere l’indice per rendersene conto: tra le molteplici sezioni si ritrovano, ad esempio, statuti e cartografie, raccolte di orazioni di podestà e capitani, raccolte per ingressi di vescovi e parroci, serie di giornali vicentini, memorie anonime e vari documenti.

La stesura completa della “Bibliografia storica di Vicenza e provincia” richiese molti anni di lavoro da parte dell’autore: nel 1890 Sebastiano Rumor, bibliotecario della “Bertoliana”, pubblicò il primo dei due volumi originariamente previsti, comprendente l’elenco di una parte delle opere degli scrittori italiani e stranieri che avevano scritto su Vicenza e sui luoghi e comuni del territorio vicentino. Solo 26 anni dopo, nel 1916, con la Prima Guerra Mondiale già alle porte, Rumor decise di pubblicare la versione aggiornata e riveduta del primo volume, a cui si aggiunse, nel 1924, un supplemento integrativo.

Città venete tra passato e presente

Il Comune di Soave ha dedicato alla Comunità una mostra nella Chiesa dei Padri Domenicani sulla collezione delle città venete capoluogo di provincia edite da Gilberto Padovan, presentata dal Sindaco Matteo Pressi, dall’Assessore alla Cultura Regina Minchio e dallo storico dell’Arte Paola Marini.

Tale rassegna era composta da una una serie di 14 grandi disegni a stampa del XX secolo, frutto della fervida collaborazione negli anni ‘90 tra l’editore Gilberto Padovan e Guido Albanello che, insieme, avevano dato origine ad un progetto grafico particolarissimo per il considerevole numero delle opere eseguite: sette grandi tavole, a volo d’uccello, disegnate con precisione iperrealistica, che mostrano in tutto il loro splendore i principali centri urbani e altre sette speciali di Venezia che, unite insieme, misurano oltre 11 metri. Ci sono voluti innumerevoli sopralluoghi per definire con esattezza il paesaggio architettonico, un lavoro minuzioso a mano libera, prima eseguito a matita e poi ripassato con il pennino a china, riportato su lastra di zinco e poi stampato su carta, una testimonianza documentale che rimarrà negli anni a venire.

L’esposizione era completata da altre 12 grandi piante prospettiche di grandi dimensioni di Venezia e della sua laguna, risalenti al periodo che va dal XV al XIX secolo, ad opera degli incisori Giorgio Fossati, Erhard Reuwich, Giovanni Merlo, Agnello Portio, Stefano Scolari, Vincenzo Coronelli, Hauptman Christian Von Martens, Giovanni Pividor, Ipolito Caffi, G. Brizighel.


Dall’antico al contemporaneo: la tradizione continua

19 vedute a stampa di Bassano del Grappa della fine XX secolo, a Ca’ Rezzonico

Esposizione della più importante collezione storica di vedute della città di Bassano alla fine del secondo millennio, in occasione di “Remondinia-Bild, Druck, Papier”, ottobre 2024. Una mostra mercato che ha riunito espositori del collezionismo cartaceo di tutto il Veneto, un appuntamento con librerie antiquarie specializzate nelle incisioni calcografiche e xilografiche, editori ed operatori dell’immagine a stampa, cartografia antica e di modernariato. Un’ occasione particolarmente importante che ha attirato collezionisti e appassionati di libri antichi, cartografia terrestre e celeste, vedutistica di stampe antiche decorative di ogni epoca e soggetto, giochi e oggetti originali di carta, grafiche dei protagonisti della storia dell’arte dell’editoria antica e moderna fino al XX secolo.

Il Veneto può vantare credenziali di tutto rispetto nella storia della stampa fin dalle sue origini; si pensi, ad esempio, alle opere di Panfilo Castaldi da Feltre del XV secolo e, successivamente, alla raffinatezza di Aldo Manuzio, insieme ad altri prototipografi di Venezia, e la perfetta organizzazione industriale che i Remondini costituirono, rendendo celebri la città di Bassano ed il Veneto in tutto il mondo.

Perfetto inserimento in questo contesto storico è l’ ultima collezione di vedute a stampa, progettata e stampata dall’editore vicentino Gilberto Padovan e realizzata a mano libera da Guido Albanello. Nomi non nuovi a simili imprese, avendo già prodotto tra il 1990 e il 1995 una ricca Collezione Vicentina formata da 36 vedute e dal 1999 al 2005 una serie di 7 grandi panorami delle città venete, capoluogo di provincia, in cui si inserisce quello di Venezia che, per le dimensioni, rappresenta un unicum nella storia della città lagunare..

Nella fase preparatoria della Collezione Bassanese, Gilberto Padovan si è meticolosamente documentato sulle caratteristiche della città del Grappa; poi l’ha osservata dall’alto, a più riprese, a volo d’uccello. Assumendo il ruolo di prosecutore dell’arte della stampa antica, Gilberto Padovan ha fornito, scegliendo soggetti e inquadrature, il materiale che è servito all’artista Albanello, paziente e preciso come un miniatore, per disegnare a china 19 vedute pubblicate fino alla fine del 2000. Su carta Favini, prodotta con apposita formula, l’intera opera è stata nitidamente impressa dall’Opificio Grafico Veneto di Montecchio Maggiore. Fino a quel momento mai nella storia dell’iconografia bassanese si era potuto ammirare una serie così cospicua di stampe vedutistiche.

Il Zuliani (sec. XVIII) e il Lovison (sec.XIX), infatti, avevano inciso solo quattro vedute ciascuno dei luoghi canonici. L’Editore ha avuto il merito di non essersi accontentato di quei luoghi, ma di aver recuperato all’attenzione e al godimento, prima di tutto dei Bassanesi e poi degli amatori di stampe e della città, altri scorci e monumenti meno noti ma non meno carichi di storia e di suggestione. Con precisione e sicurezza, senza lasciare nulla al caso, Guido Albanello, tracciando segni fittissimi e sottili, ha ottenuto un tessuto grafico di una morbidezza quasi palpabile, in particolare nella resa della vegetazione presente più d’una volta nelle scene. La città disegnata dall’artista è quella ferma delle architetture o delle strade e delle piazze, non quella in movimento della folla e delle automobili. In qualche veduta le poche figurine di persone qualunque suggeriscono un senso della città a misura d’uomo e sono lì a dirci che, dietro quelle facciate, dentro quelle case si vive. In alcuni casi ci sono gli alberi e i fiori a darci il senso dell’alternanza delle stagioni, più spesso sono invece gli intonaci corrosi a rivelarci lo scorrere del tempo. L’impegno che l’artista ha messo nella resa dell’insieme e dei dettagli conferisce alla stampa un valore storico. Essa è un documento in bianco e nero della situazione urbanistica e architettonica, nel preciso momento in cui è stata disegnata. La riprova sta nel fatto che un edificio del “borghetto” di Angarano, presente nella veduta, ha già cambiato volto per il restauro effettuato successivamente. Oppure si può verificare come qualcosa di mobile, ad esempio l’edicola presso la chiesa di San Francesco, un tempo collocata nel luogo fissato da Albanello, ora è spostata. L’arredo urbano spesso ingombrante – fatto di semafori, fili elettrici, cartelli indicatori – è cancellato, quasi fosse un intralcio alla visione nitida e pura della città. Nitore e purezza dominano la realtà raffigurata e quest’effetto è spesso ottenuto dall’artista con l’uso di una luce non fenomenica ma quasi metafisica. La stampa vedutistica, come ogni opera d’arte, non è il risultato di un’operazione meccanica, ma il frutto dell’intelligenza e della creatività dell’artista. Ciò che noi vediamo nella Collezione Bassanese è un’idea della città come luogo dove ogni pietra è un brano di storia, ha un suo significato, mostra una sua bellezza, possiede una sua dignità. Un luogo dunque da amare e consapevolmente rispettare.

Nasce un nuovo Bailliage Chaîne des Rôtisseurs

Gilberto Padovan fonda il 21 agosto 2023 il “Bailliage Chaîne des Rôtisseurs Vicenza-Soave Luigi IX”, associazione culturale internazionale di gastronomia, di volontariato, non lucrativa e democratica, di utilità pubblica che si occupa di formazione, convivi, conferenze, congressi, concorsi, capitoli, esposizioni, dimostrazioni culinarie, articoli giornalistici e pubblicazioni.

Incontro con Federico Faggin

Gilberto Padovan è il fondatore del Rotary Club Passport D.2060 Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (7 luglio 2021). Nella fotografia un incontro con il fisico Federico Faggin, padre del microprocessore e di altre invenzioni che hanno rivoluzionato la tecnologia e il mondo in cui viviamo. Con il suo ultimo libro stravolge, ancora una volta, il nostro modo di vivere i computers e la nostra vita personale. Dopo anni di studi e ricerche avanzate ha concluso che c’è qualcosa di inesplicabile nell’essere umano, qualcosa per cui nessuna macchina potrà mai sostituire l’uomo.