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Venezia

dsc_0425-b-veneziaLa Venezia che Guido Albanello ha realizzato con straordinaria perizia tra la fine del ‘900 e l’avvio del nostro secolo costituisce la più imponente e dilatata veduta della città che sia mai stata realizzata. L’opera supera infatti in lunghezza gli 11 metri e vanta così dimensioni quasi quattro volte superiori alla Venetie MD che Jacopo de’ Barbari realizza proprio nell’anno d’avvio del XVI secolo e che da allora è stata considerata, almeno sino a questa, come il maggiore capolavoro della cartografia veneziana. Continua a leggere

Le Anacreontee: gli imitatori di Anacreonte di Teo

CONSIDERAZIONI SULL’EDIZIONE DELLE ANACREONTEE
DI GIORGIO PEGORARO – GILBERTO PADOVAN EDITORE (2010)

DSC_0472Anacreonte, che visse circa 85 anni errando di città in città nella Grecia dei tiranni del VI-V sec. a. C., fu il “…saggio poeta dell’amore e del vino … il poeta della grazia delicata e raffinata…” (G. Perrotta).

 

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Litografia biografica di Andrea Palladio

DSC_0329Una rarità “Artistica”

Raffinato per definizione e “raro” per precisa scelta culturale, l’Editore vicentino Gilberto Padovan ha voluto celebrare con un tocco particolare anche il Cinquecentenario Palladiano, proponendo agli appassionati e ai collezionisti d’arte una stampa tanto originale quanto prestigiosa. La litografia, intitolata “ Andrea Palladio”, è virata in nero antico e amaranto su carta di pregio color tabacco, tinte che richiamano quelle degli intonaci e dei mattoni degli edifici dell’epoca, nonché il segno in grafite delle matite utilizzate per i tracciati dei progetti. La tavola, che misura cm. 60x90, rappresenta una “summa” dell’opera del grande architetto per come riproduce, in una composizione unica nel suo genere, tutti i disegni dei prospetti delle fabbriche del Palladio, tratti dai Quattro Libri dell’Architettura, di Ottavio Bertotti Scamozzi, stampati nel Settecento. Un elenco cronologico, dunque, dell’intero operato compiuto in vita dal sommo Andrea e che viene completato da un suo suggestivo ritratto, in età matura, ripreso da un’incisione egualmente settecentesca di Jacopo Bernardi su disegno di Vincenzo Raggio.